1. Affermare un nuovo concetto di autonomia
Lo Statuto speciale per la Valle d’Aosta approvato nel 1948 è stato l’espressione della volontà di porre fine al sistema centralista del regime fascista e della volontà di consentire l’autogoverno regionale. A 70 anni di distanza bisogna evidenziare che molte potenzialità dell’autonomia regionale non sono state utilizzate al meglio. Oggi occorre affermare e praticare un nuovo concetto di Autonomia. Una “Autonomia responsabile” per gestire bene una comunità ed un territorio, tutelandone le caratteristiche ed i beni comuni, con un atteggiamento di solidarietà nei confronti delle altre comunità italiane e con uno spirito di apertura verso i valori dell’europeismo. Una concezione dell’autonomia che recuperi la dimensione “federalista” che era stata emarginata e ignorata per decenni. Una “Autonomia responsabile” anche sul piano finanziario, basata sulla chiarezza nei rapporti con lo Stato al fine di permettere una programmazione dell’attività che è gravemente mancata per molti decenni.
La lingua francese è un importante patrimonio della cultura valdostana e un utile strumento per l’integrazione europea, in particolare delle nuove generazioni. Il suo impiego e la sua conoscenza vanno tutelati e promossi. Bisogna però evitarne la strumentalizzazione ad altri fini, che allontana dallo studio e produce effetti penalizzanti per la pubblica amministrazione, ad esempio nell’acquisizione di competenze professionali di alta qualità.
2. Rafforzare l’Europa politica e federale
Saremo attivi affinché la Valle d’Aosta sia inserita in un progetto per la democratizzazione delle istituzioni europee che parta dal dialogo fra territori: più scambio, più solidarietà, più apertura, più giustizia condivisa per un’Europa che deve essere sociale.
Occorre aumentare la consapevolezza, attraverso un maggior coinvolgimento dei cittadini, dello stretto legame tra politiche locali e quadro normativo europeo. Di conseguenza, occorre attrezzarsi per incidere, con gli strumenti che sono già previsti dall’ordinamento giuridico, sulla ri-costruzione di quel quadro. In particolare, occorre dare maggior rilievo, riorganizzando in tal senso gli uffici, alla fase di esame da parte della Regione dei progetti di atti legislativi dell’UE, migliorando la qualità delle osservazioni da trasmettere al Governo al fine della definizione della posizione italiana nelle materie di competenza regionale.
Passaggio che potrebbe apparire tecnico, ma che è in realtà fortemente politico e che richiede un coinvolgimento attivo e costante anche dei cittadini. Si pensi, ad esempio, alle conseguenze di trattati quali il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) o il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), su ambiente, salute e lavoro anche nella nostra Regione.
Ugualmente importante è il ruolo che la Regione è chiamata a svolgere nell’ambito della Strategia Europea per le Regioni Alpine (EUSALP).
3. Consolidare le autonomie locali (Comuni e Unioni di Comuni)
Agiremo per ridisegnare il sistema delle autonomie locali con una nuova normativa che intervenga sulle competenze dei Comuni e sulla loro eccessiva frammentazione e dispersione. La legge dovrà accrescere le competenze dei Comuni e delle loro associazioni in alcune materie precedentemente esercitate dalla Regione, rafforzare la loro autonomia finanziaria (revisione della legge 48/1995) e prevedere sia la possibilità di fusione fra Comuni, sia il rafforzamento della gestione associata dei servizi. In particolare occorre affrontare il rapporto finanziario tra Regione e Comune di Aosta per liberare il nostro capoluogo da una sudditanza di fatto che ha già fatto molti danni.
Dovrà essere rafforzato il ruolo delle Unités des communes in materia di sviluppo locale e di coordinamento della partecipazione dei comuni ai bandi europei.
L’esperienza di elaborazione della Strategia area Interna Bassa Valle richiede, per non essere dispersa, un più elevato grado associativo se non addirittura la fusione fra le Unités Walser, Mont-Rose e Evançon.
4. Eliminare i privilegi e il malcostume politico
Di fronte all’erosione del potere d’acquisto della grande maggioranza della popolazione, diventa ancor più urgente mettere fine ai privilegi e al malcostume del ceto politico.
A tal fine, entro i primi mesi di insediamento del nuovo Consiglio regionale proporremo:
a) l’abolizione della diaria e la rimodulazione dell’indennità lorda di carica dei consiglieri in modo da ridurre di almeno il 20% gli attuali emolumenti lordi;
b) il dimezzamento delle attuali percentuali delle indennità di funzione;
c) l’abolizione del contributo finanziario mensile ai gruppi consiliari
d) l’individuazione di sistemi di funzionamento istituzionale che consentano il rispetto del voto popolare ed evitino il trasformismo.
Combatteremo ogni forma di privilegio e di commistione fra interessi pubblici e privati e aderiremo alle iniziative di Riparte il Futuro, un’organizzazione no-profit che si batte contro la corruzione promuovendo la trasparenza e la certezza del diritto.
5. Porre fine agli sprechi di denaro pubblico
L’Amministrazione regionale non può continuare a sperperare montagne di soldi dei Valdostani in operazioni, iniziative ed investimenti fallimentari, per finalità di potere e clientelari, che travolgono il bilancio regionale e tolgono risorse ingentissime ai servizi essenziali e agli investimenti produttivi e di tutela del territorio. A titolo esemplificativo:
– La Regione, pur tenendo in considerazione gli importanti aspetti occupazionali, non può continuare a versare denaro pubblico in una struttura appesantita dalle sue dimensioni eccessive e dalla malagestione come il Casinò. La gestione del complesso Casinò di Saint-Vincent e Hôtel Billia va affidata ad un pool di privati sulla base di un bando pubblico. Occorre rivedere la concezione e il ruolo del complesso, tornando ai motivi originali per cui era stata concepita la Casa da Gioco, cioè come Società di incremento turistico; la componente del gioco d’azzardo va ridotta ad una appendice dell’attività di ricezione alberghiera di alto livello, rivolta prevalentemente ad una clientela straniera, anche di lunga distanza.
– occorre mettere a punto subito una strategia di uscita definitiva dalla scandalosa vicenda dell’aeroporto anche in base a cosa decideranno i giudici che devono esprimersi sul contenzioso riguardante la convenzione trentennale, concludere la parentesi della “vocazione” commerciale, riconvertire l’aereostazione, rilanciare il volo a vela e turistico a livello internazionale, riqualificare l’Hôtel Alp; L’Assessorato del bilancio, finanze, patrimonio e società partecipate deve diventare “Assessorato del bilancio, finanze, revisione della spesa, patrimonio, società partecipate e semplificazione”. Proporremo un audit sul debito pubblico regionale.
6. Introdurre trasparenza e semplificazione a tutti i livelli
Lavoreremo per completare, anzitutto, l’integrazione di banche dati tra le pubbliche amministrazioni, al fine di rendere effettivo il principio per cui non si può chiedere al cittadino dati già in possesso della P.A.; per ridurre il numero delle leggi e semplificarne i contenuti; per introdurre una effettiva trasparenza nella gestione delle Società partecipate dalla Regione e degli enti locali. Nuove procedure, pubbliche e trasparenti, che premino le professionalità, dovranno essere previste per la nomina dei rappresentanti della Regione in queste società, dove oggi sono spesso inviati fedelissimi al sistema.
Trasparenza e semplificazione sono una necessità inderogabile nella gestione dei fondi europei (FESR, FSE, FEASR, FSC), l’accesso ai quali richiede una mole di documentazione non più sopportabile.
7. Riformare la legge elettorale
La legge elettorale con la quale stiamo andando al voto è profondamente iniqua.
Ci adopereremo per apportare le seguenti modifiche:
– preferenza unica, possibilità di esprimere una seconda preferenza solo se di genere diverso;
– presenza in lista di almeno il 40% di ognuno dei due generi;
– elettorato passivo a 18 anni;
– abbassamento della soglia di sbarramento al conseguimento di un seggio pieno;
– riduzione a 300 del numero delle firme necessarie per presentare una lista, aggiornando le figure deputate ad autenticarle.
8. Incoraggiare l’iniziativa dei cittadini e delle cittadine
Nell’ultimo decennio una forte ed insistita iniziativa popolare ha portato la Regione Valle d’Aosta a dotarsi di una normativa sugli strumenti di democrazia diretta all’avanguardia rispetto alla situazione delle altre Regioni italiane, con la possibilità di utilizzare un’ampia gamma di strumenti (Pdl di iniziativa Popolare, Referendum propositivo, abrogativo e consultivo). Strumenti che, come si è visto nel caso della gestione dei rifiuti e del potenziamento della ferrovia, hanno indicato percorsi nuovi nelle scelte regionali. Tali strumenti vanno mantenuti e rafforzati, rendendo più agevole anche il ricorso allo strumento del referendum consultivo regionale finora mai utilizzato.
Va sostenuta e rafforzata l’autonomia della società civile aumentando gli strumenti e le agevolazioni all’aggregazione e al libero associazionismo, nello spirito della Costituzione. In particolare vanno ampliati e rafforzati il ruolo e le risorse a disposizione del Centro di servizi al Volontariato e tutte quelle progettualità in grado di valorizzare e qualificare l’azione dei cittadini, spesso scoraggiati dagli oneri eccessivi per l’utilizzo di sale e luoghi pubblici e per qualsiasi attività di comunicazione.
Per gli stessi fini vanno potenziate informazione e trasparenza sulle deliberazioni delle pubbliche amministrazioni con la messa in rete, come già avviene in altre regioni, di documenti per i quali oggi è necessario richiedere un accesso agli atti.
9. Evitare l’accentramento di potere, combattere la corruzione e la mafia
L’attuale accentramento di poteri nelle mani del Presidente della Regione è eccessivo e dannoso.
Occorre evitare che il presidente della Regione sia nello stesso tempo Presidente della Giunta, Prefetto, Presidente dell’Università, Presidente del Forte di Bard e di altri organismi. Queste funzioni vanno separate.
Lavoreremo per realizzare un maggiore coordinamento tra istituzioni, forze dell’ordine, magistratura, imprenditoria, sindacati e associazionismo contro le mafie presenti in Valle d’Aosta, con la costituzione di un osservatorio antimafia regionale.
Ci impegneremo a promuovere percorsi formativi, per esempio nelle scuole di tutti gli ordini e gradi, affinché il rispetto della legalità possa diventare un valore conosciuto anche dai più giovani, cittadini di domani, che avranno così gli strumenti per riconoscere e condannare la corruzione e il clientelismo.
Occorre agire per una revisione in senso restrittivo della normativa in materia di slot-machines, contrastando la proliferazione del gioco d’azzardo.
10. Difendere la democrazia
La democrazia, cioè il “governo del popolo” è la migliore forma di governo possibile. Ci impegniamo a combattere i vecchi e i nuovi fascismi, ogni tentativo di ridurre la libertà di azione politica ed il pluralismo. Inoltre occorre contrastare le iniziative xenofobe e razziste e la logica securitaria che colpevolizza gli esclusi anziché proporre misure di contrasto al disagio e alle marginalità.
11. Promuovere concretamente l’uguaglianza
L’uguaglianza è un valore da perseguire con tutto il nostro impegno. Una norma di convivenza con cui si definisce, da un lato, la parità delle differenze per il tramite dei diritti di libertà e, dall’altro, la salvaguardia della dignità umana, per il tramite dei diritti sociali che mirano alla riduzione delle disuguaglianze.
In questi anni abbiamo invece assistito, anche in Valle d’Aosta, ad un aumento delle discriminazioni, su cui in molti hanno costruito dei veri e propri programmi politici, e delle disuguaglianze. Un fenomeno che vede nelle discriminazioni nei confronti dei migranti, nei pregiudizi di genere e nell’impoverimento dei molti, cui corrisponde l’ulteriore arricchimento dei pochi, un inammissibile affronto ai principi della nostra Costituzione.
Cambiare politica significa soprattutto rimettere al centro del progetto di società e dell’azione legislativa e amministrativa della Regione l’uguaglianza, con le sue dirette implicazioni: dignità delle persone, democrazia, pace e legge del più debole, cioè strenua difesa dei diritti fondamentali, che devono valere per tutti e devono venire prima della legge del mercato.
Ci lavoreremo a partire dall’uguaglianza nell’accesso ai servizi regionali per tutte le persone, senza discriminazione rispetto a provenienza, religione e orientamento sessuale, con riconoscimento delle unioni di fatto. Proporremo politiche attive per la parità dei generi e misure di sostegno che garantiscano il diritto alla casa e a una vita dignitosa. Uguaglianza non significa però assistenzialismo. Uguaglianza significa “non fare parti uguali tra diseguali” e orientare la cosa pubblica secondo un principio di giustizia sociale. Per questo sarà necessario rivedere i criteri di accesso economico ai servizi regionali chiedendo una maggiore compartecipazione ai redditi medio alti e un più rigoroso controllo dei requisiti per combattere elusioni, furbizie e truffe ai danni della collettività.
12. Attuare e monitorare un programma regionale per l’inclusione
Il grado di civiltà di un Paese si misura dal grado di capacità di prendersi cura dei suoi soggetti più deboli. Noi crediamo che chiunque, in qualunque condizione abbia diritto alla salute, all’assistenza, ad una vita indipendente, libera dal bisogno e dignitosa.
In Valle d’Aosta il processo di integrazione delle persone con disabilità va implementato e migliorato in tutti gli ambiti di vita. È necessario attuare e monitorare un programma regionale per l’inclusione che contempli tutte le fasi e gli ambiti di vita della persona con disabilità, finalizzato a favorire l’indipendenza e l’autonomia. In particolare è necessario investire maggiormente per:
– prevedere adeguati e continuativi sostegni alle persone con disabilità, a partire dalla diagnosi fino all’attuazione del progetto di vita della persona, in chiave di un miglioramento reale delle condizioni di inclusione. Ciascun disabile deve essere ascoltato per concertare quali ausili e strumenti possono essere utili per avere maggiore autonomia;
– riconoscere il ruolo del caregiver familiare unitamente a concrete misure di tutela previdenziale e in caso di malattia. Tali misure vanno affiancate a quelle per la conciliazione dei tempi di cura e di lavoro, con particolare attenzione alle donne e al loro maggiore rischio di marginalizzazione o di delega esclusiva del lavoro di cura;
– promuovere l’autonomia delle persone con disabilità, sostenendo e moltiplicando le esperienze per la vita indipendente, prevedendo stanziamenti strutturali e intervenendo sulla organizzazione dei trasporti e l’accessibilità delle stazioni prevista con l’ammodernamento della ferrovia Chivasso/Aosta;
– contrastare la disoccupazione delle persone con disabilità attraverso strumenti concreti che garantiscano alla persona di ambire ad un vero lavoro retribuito confacente alle proprie abilità. Intendiamo favorire e sostenere progetti di impresa creativi e coraggiosi che permettano il connubio disabilità e lavoro, ad esempio in ambiti che sono propri di una regione a vocazione turistica, anche attingendo ad esperienze virtuose sperimentate in alcune città italiane.
È importante evitare un atteggiamento volto all’assistenzialismo e al pietismo e promuovere il protagonismo della persona disabile e della sua famiglia educandola ad accogliere, fin dal primo momento, il figlio disabile come un’opportunità di crescita arricchente e non come una punizione insopportabile.
Crediamo nel ruolo fondamentale della collaborazione e co-progettazione tra pubblica amministrazione, terzo settore e portatori di interesse che in prima persona vivono i problemi.
Per ciò che concerne la problematica dei migranti, opereremo per il superamento della gestione emergenziale e “straordinaria” dell’accoglienza, proponendo – a partire dal modello SPRAR – centri di piccole dimensioni, gestiti dal pubblico e che permettano, a chi arriva, percorsi autonomi di inserimento, abitativo, sociale, e lavorativo. Siamo consapevoli che l’“emergenza umanitaria” si sta rivelando piuttosto l’emergenza del nostro “restare civili e umani” laddove hanno prevalso le paure, le difese e le indegne strumentalizzazioni politiche di alcuni partiti.
L’accoglienza per noi invece rappresenta la possibilità di una feconda e civile convivenza e un proficuo scambio di risorse umane, culturali e sociali. In Valle d’Aosta i circa 300 migranti presenti sono stati accolti nei Centri di Accoglienza Straordinaria su un totale di 8.257 i residenti in Valle d’Aosta in possesso di cittadinanza straniera, pari al 6,5% della popolazione totale regionale. La nostra capacità di accoglienza è quindi ancora incrementabile. Riteniamo che una accoglienza diffusa sia, quindi, l’obiettivo da perseguire e da implementare perché permette l’integrazione senza creare squilibri. Inoltre l’accoglienza di nuclei famigliari favorirebbe il processo di integrazione e radicamento nel territorio. È inoltre necessario incrementare l’utilizzo dei Progetti Europei specifici che prevedono finanziamenti per la formazione rivolta a cittadini stranieri e richiedenti asilo affinché nel lavoro trovino una reale opportunità di integrazione.
13. Potenziare gli sforzi nella lotta alla violenza di genere
La violenza maschile contro le donne è un fatto endemico nella nostra cultura – e non solo – e non può essere superato solo nell’ottica dell’emergenza o della difesa dell’ordine pubblico, per questo motivo ci impegniamo a sostenere una formazione continua degli attori sociali e della cittadinanza tutta in materia di prevenzione, attraverso il contrasto agli stereotipi di genere e dando piena attuazione delle linee guida del MIUR in merito all’educazione delle nuove generazioni all’affettività, al rispetto delle differenze e alla lotta contro le discriminazioni.
A tal fine bisogna potenziare gli sforzi delle istituzioni (Assessorati alle Politiche sociali e alla Cultura e scuole in primis), sollecitare l’attivazione di insegnamenti afferenti alla cultura di genere e alla storia delle donne presso i principali corsi di laurea dell’Università valdostana e la formazione non episodica di giornalisti/e e pubblicisti/e in relazione al contrasto del sessismo linguistico e alla corretta informazione nei casi di violenza sulle donne e di omotransfobia.
Data l’assenza da ormai troppi anni di un organismo pubblico preposto ad occuparsi di pari opportunità tra donne e uomini, è necessario dare vita a un dipartimento o analoga struttura istituzionale preposta a monitorare ed indirizzare l’azione politica verso un reale superamento delle discriminazioni legate al genere in tutti i settori della vita sociale, economica e pubblica; un organismo reso adeguato alle attuali esigenze attraverso l’apporto del patrimonio di competenze maturate dalla società civile valdostana e non più ostaggio, come accaduto in passato, di forze politiche impreparate.
Va infine rafforzata l’autonomia del “Centro donne contro la violenza” attraverso un finanziamento annuale adeguato. La casa protetta per donne e minori vittime di violenza, abusi o in situazioni di disagio famigliare deve essere potenziata, aumentando i posti letto disponibili, rendendo possibile l’accoglienza dei minori non accompagnati e investendo nella formazione di nuove operatrici. Si deve infine valorizzare l’operato delle associazioni di donne, italiane e straniere, presenti nel nostro territorio creando un circuito virtuoso tra istituzioni e società civile e potenziato l’Ufficio della Consigliera di parità.
14. Gestire la Casa Circondariale di Brissogne nel rispetto dei diritti umani
Negli ultimi mesi le condizioni di vita all’interno del carcere di Brissogne sono gravemente peggiorate per problemi legati al degrado della struttura, in particolare del sistema di approvvigionamento dell’acqua potabile. L’istituto patisce fortemente la mancanza di un direttore. Negli ultimi anni, infatti, molti sono stati i direttori in missione, così come i comandanti. Emergono altresì problemi legati alle condizioni climatiche che rendono impraticabili per i detenuti i passeggi e tutte le aree esterne a causa delle nevicate o di temperature molto basse. L’offerta formativa, sebbene gestita con grande impegno e continuità dall’“Associazione valdostana Volontariato carcerario” non coinvolge un numero sufficiente di ospiti. Oggi i detenuti sono 15 in più della capienza, di 181 unità.
Le competenze in materia di sanità penitenziaria sono passate alla RAVA dal 1° gennaio 2015: la Regione deve, pertanto, impegnarsi affinché le condizioni detentive rispettino la dignità degli individui. Occorre quindi, occuparsi seriamente delle problematiche riscontrate in un’ottica di rispetto dei diritti umani.